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Rondinaia Verde, le precisazioni del Sindaco

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Molto è stato detto e scritto sulla Rondinaia Verde. È evidente che il fallimento di un intervento di così rilevante portata in un Comune piccolo come quello di Bibbona susciti scalpore: si tratta innegabilmente di una ferita anche per il territorio del capoluogo, su cui il cantiere della lottizzazione insiste da più di 10 anni. Ma il mio pensiero e la mia vicinanza va in particolare a quelle persone che credendo in quel progetto hanno impegnato gran parte delle proprie risorse economiche. È nell’interesse di quelle persone che l’Amministrazione da me guidata si è sempre mossa, ed oggi, anche alla luce delle perplessità che da più parti vengono sollevate, credo sia necessario fissare alcuni punti.

In primo luogo si parla di un intervento sicuramente non trascurabile, ma progettato e partito ante 2006, ciò significa letteralmente un'altra “era” dal punto di vista edilizio. Ma nessun onere eccessivo è stato accollato alla Società Rondinaia Verde s.r.l. : gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria sono parametrati al carico urbanistico, maggiore è la volumetria costruita maggiore è l’onere di urbanizzazione, in base ad un rapporto predefinito dalla legge. Il Comune non ha nessuna discrezionalità in tal senso. Nel rispetto di questi parametri Rondinaia s.r.l. ha quindi legittimamente iniziato su terreno di sua proprietà una lottizzazione privata, nel rispetto della convenzione stipulata con l’Amministrazione.       

In secondo luogo, è stato subito chiaro, dal primo momento in cui ci siamo insediati, che la lottizzazione non navigava in buone acque, tanto è vero che di lì a breve la stessa società avrebbe avanzato domanda di concordato preventivo al Tribunale di Livorno. A quel punto ci siamo trovati davanti una situazione già fortemente compromessa: dopo otto anni solo una parte delle abitazioni, con le relative urbanizzazioni, era già stata realizzata ed era già abitata, gli altri immobili erano o solo iniziati o neanche iniziati. Valutata la situazione le nostre decisioni sono sempre state indirizzate a garantire tutti i promissari acquirenti, e quindi: 1) per chi già “aveva” la casa il nostro intento è stato quello di costituire un lotto funzionale, ovverosia permettere a quella parte di abitazioni già ultimate e abitate di rendersi “autonome” dal resto della lottizzazione, effettuando i collaudi necessari e quindi consentendo la presentazione delle relative abitabilità; 2)  per gli altri, la nostra scelta politica è stata quella di non escutere subito la fideiussione data a garanzia delle opere di urbanizzazione, nella consapevolezza che l’immediata escussione avrebbe voluto dire sicuramente far fallire la società; 3) nei confronti infine del lottizzante abbiamo dato la più ampia disponibilità a rivedere gli oneri: per fare questo avremmo dovuto approvare una variante al regolamento che riducesse il carico urbanistico dell’intervento: a minor volumetria avrebbero corrisposto minori oneri.     

Ora credo di poter rivendicare, ed a ragione, quelle scelte: il lotto funzionale è una realtà, anche grazie all’impegno di chi in quelle case ci abita e con cui mai è mancato il confronto. Il fallimento, che il Comune non ha mai chiesto né voluto, e che per inciso è stato chiesto dalla Procura della Repubblica per i debiti che la Società aveva nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e INPS, mette in grave difficoltà chi in quell’investimento aveva creduto e che si trova giocoforza “intrappolato” nella normativa fallimentare. L’ultimo punto avrebbe invece richiesto un interlocutore valido con cui il Comune potesse rapportarsi, ma né la società né nessun altro ha dato da questo punto di vista all’Amministrazione chiari “segni di vita”, nonostante gli innumerevoli incontri fatti. Il Comune provvederà infine alla messa in sicurezza del cantiere lungo Via delle Macine, impiegando risorse che verranno recuperate in prededuzione dal fallimento.

Ad oggi il contatto con la curatela è continuo, della fideiussione è stata ovviamente chiesta l’escussione ma la convenzione, prorogata di 3 anni dal Decreto Fare, è ancora in essere: l’Amministrazione è ancora disposta a dialogare con tutti i soggetti coinvolti, banche, imprenditori, acquirenti, per cercare ogni possibile soluzione, come sempre.  

Il Sindaco

Massimo Fedeli

Ultimo aggiornamento: 08/04/2017, 10:38

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